DJI Spark: il drone professionale alla portata di tutti

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Il drone DJI Spark è considerato il primo esempio di modello ibrido di nuova generazione, per la sua comprovata attenzione nel mettere insieme due aspetti prioritari di questi dispositivi: il lato professionale e quello ludico. Di conseguenza l’obiettivo dei progettisti era quello di creare un drone dotato di sensori e di funzionalità di alto livello a cui però potessero accedere anche coloro che erano sprovvisti di una maturata dimestichezza. In questo modo l’aspetto professionale del DJI Spark è stato limato sulla usabilità dei suoi potenziali acquirenti che hanno potuto saggiare fin dal primo utilizzo le potenzialità di un drone di fascia di prezzo alta. Con un solo acquisto metterete le mani su un modello dalle buone prestazioni complice la sua comprovata praticità d’uso.

DJI Spark

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Quali sono gli aspetti più vantaggiosi del DJI Spark?

1.Qualità costruttiva: struttura solida, leggera e compatta

Uno dei suoi grandi punti di forza è rappresentato dalla sua qualità costruttiva che lo colloca in una posizione di rilievo rispetto ai suoi competitors, accrescendo il livello della sua solidità relativa resistenza all’usura. Molti acquirenti dopo averlo utilizzato hanno poi dichiarato che il DJI SPark non è molto dissimile dal mini Mavic Pro, almeno per ciò che riguarda il suo design con delle relative differenze. Analizzando con attenzione la sua struttura notiamo che vi sono alcune componenti ripiegabili come le eliche con lo scopo di ridurre al minimo l’ingombro e altre come i 4 bracci che invece sono rigidi e dunque non si possono spostare. In compenso la parte centrale è molto piccola da cui deriva il suo carattere compatto e leggero, anche se la superficie non si riduce come invece accade nel mini Mavic Pro.

DJI Spark

I suoi meriti costruttivi derivano in massima parte dai suoi materiali plastici, ma a restituire una valida sensazione di solidità ci pensa la compattezza della sua stessa struttura. Su questo aspetto occorre riprendere il confronto con il mini Mavic Pro da cui differisce per un gimbal con fotocamera più esposto ma anche più solido, forse l’unico neo è che il DJI SPark avrebbe potuto contare sua una copertura protettiva che però è assente.

Limite strutturale: sempre per ciò che concerne la sua struttura abbiamo notato un limite che però risulta invalicabile. Ebbene stiamo parlando dell’attacco dei motori ai quattro bracci che si assottigliano un po’ pian piano si avvicinano alle quattro eliche. Inoltre il loro punto di giunzione è decisamente debole, colpa della parte rigida che è stata inserita che finisce solo per aumentarne il peso

Suggerimento: per questa ragione vi consigliamo di usare le para-eliche (che non sono state incluse nella versione base e che quindi bisogna comprare a parte) il cui scopo è quello di proteggere il drone specie nei primi tempi del suo utilizzo. In ogni caso vi consigliamo di manovrarlo con attenzione perché malgrado la sua compattezza, risulta piuttosto sensibili alle collisioni in volo. Questo limite è una costante di molti mini-droni che risultano particolarmente leggeri al di là della loro robustezza costruttiva, come in questo caso.

2.Funzionamento: pratico e immediato in virtù dei suoi vantaggi strutturali

Il suo funzionamento ha come vedremo degli aspetti positivi ma anche negativi che meritano la vostra attenzione. In particolare abbiamo notato nel retro del DJI Spark un interessante pulsante di accensione oltre a quattro LED relativi alla batteria, la loro posizione strategica consente una maggiore facilità d’uso anche per chi ha una limitata dimestichezza con questi dispositivi. Di conseguenza il suo funzionamento risulta pratico e immediato. Su questa lunghezza d’onda spicca subito sopra, all’interno di uno sportellino col nome del drone, una porta micro USB per la ricarica oltre alla presenza di uno slot microSD (UHS-1 raccomandata).Infine nella parte inferiore e su quella frontale vi sono numerosi sensori che hanno lo scopo di far comprendere meglio allo Spark ambiente circostante. Questi vantaggi strutturali sopracitati permettono un funzionamento più agile e intuitivo. Di conseguenza la collocazione di questi tasti e pulsanti non è casuale ma è funzionale a migliorare le sue relative prestazioni.

3.Velocità: in grado di raggiungere i 50 km/h in modalità sport

La compattezza del DJI Spark che ne fa un modello piccolo e leggero ha come vantaggio inevitabile la sua comprovata velocità. Infatti per questo egli si distingue dai moderni mini-droni. A tal proposito la sua velocità massima raggiunge i 50 Km/h in modalità sport. Inoltre è caratterizzato da una serie di sensori anti-collisione che ritroviamo anche su DJI Mavic Pro. In definitiva la sua velocità massima è garantita dalla sua compattezza strutturale che si rivela quindi un plus valore.

DJI Spark

4.Telecomando: amplia il raggio d’azione delle sue funzionalità

Grazie al telecomando in dotazione il DJI Spark aumenta il raggio d’azione delle sue funzionalità. Esso può infatti arrivare a 2 Km di distanza dal pilota proprio grazie al suo utilizzo. Le sue potenzialità sono sotto gli occhi di tutti e gli consentono anche di decollare ed atterrare direttamente dal palmo della vostra mano con la possibilità di essere controllato solo con una mano. In questo senso il telecomando in dotazione ha il merito di diversificare le sue azioni ampliando le possibilità di divertimento.

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5. Fotocamera: caratteristiche tecniche simili a quelle degli smartphone

La fotocamera del DJI Spark è caratterizzata da un sensore di 12 megapixel, f/2,6, capace di offrire un campo visivo di 81,9° con dimensioni di 1/2,3″. Analizzando queste caratteristiche salta subito all’occhio la loro somiglianza con quelle presenti attualmente nelle fotocamera dei cellulari. Inoltre i video hanno risoluzione fissa, 1080p@30 fps, con bitrate massimo di 24 Mbps, e possono essere tranquillamente salvati in MP4con codec H.264. Per ciò che concerne la realizzazione delle foto il discorso è differente, con la possibilità di ottenere la massima risoluzione solo scattando tramite smartphone/telecomando. Questo vuol dire che si può sfruttare al meglio le potenzialità della fotocamera solo quando si è in gesture mode e quindi quando si sta controllando il drone con le mani, in alternativa la risoluzione può scendere ad appena 1.440 × 1.080 pixel.

DJI Spark fotocamera

Punti di forza: uno degli aspetti più interessanti di questo drone sono sicuramente i controlli a mano libera. Non è da tutti infatti far decollare e atterrare il drone dal palmo della mano in modo così semplice e rapido. Per riuscirci viene richiesto di puntarlo verso l’utente e dopo aver fatto un doppio clic sul retro e aspettato pochi secondi per riconoscere il volto, il drone inizierà a muoversi verso l’alto. Questo tracciamento del volto non è da considerarsi una misura di sicurezza, ma va intesa come una semplice funzione che consente al drone di capire che quel doppio clic non è stato accidentale come magari potrebbe sembrare.

A conferma del fatto che il drone abbia iniziato a volare e che quindi che sia in hovering davanti a voi, dovreste vedere i LED cambiare colore diventando verdi. A quel punto significa che la vostra mano è stata riconosciuta e quindi il drone si muoverà dovunque voi vogliate. Potete fare qualsiasi cosa spostarvi verso di lui, allontanarvi, muovervi lateralmente, lo Spark continuerà sempre a seguirvi. Attenzione però vi consigliamo di non abbassarlo o allontanarlo lentamente, altrimenti potrebbe interpretare erroneamente il gesto come un comando. Ragion per cui dovete tenere conto di questi accorgimenti per un utilizzo più efficiente e funzionale.

Ulteriori vantaggi: A tale vantaggio dobbiamo aggiungerne altri legati al funzionamento di un tasto che merita la vostra attenzione. Esso è legato alla possibilità di salutare il drone con il conseguente allontanamento del mezzo, che procede ad elevarsi e ad attivare l’active tracking su colui che lo impugna. Da quel momento in poi non si ha più il controllo con la mano ma lo Spark continua a seguire sempre in automatico i movimenti del suo “padrone”. Su questa modalità funziona molto bene fino a quando non compie scatti repentini. Successivamente sempre in active tracking e unendo pollice e indice delle due mani permetterete allo Spark di catturare foto. Infine salutandolo nuovamente con entrambe le braccia del drone congiunte, gli consentirete di tornare nella posizione di partenza.

Punti deboli: tra i suoi svantaggi spicca quello relativo al suo funzionamento dato che non proprio tutti i comandi vengono sempre recepiti dal drone. In particolare quello che si usa per allontanare e per tornare indietro. Infatti molti utenti hanno riscontrato un problema con questo pulsante descrivendo di essere stati impossibilitati a raggiungere il drone che è rimasto fermo ad un’altezza di 6 metri. Di conseguenza possiamo immaginarci il senso di impotenza da parte dei relativi possessori. Senza dimenticare che a questa modalità c’è una bassissima risoluzione e quindi è praticamente impossibile catturare video di buona qualità.

Aggiornamenti software: Questi due svantaggi secondo noi non sono da sottovalutare perché uno degli obiettivi di questo drone era proprio quello di rendere più fluida l’attività video-fotografica con la possibilità di scattare video e foto in tempi molto rapidi. In tal senso la casa madre si è giustificata dicendo che il supporto video arriverà in seguito con i nuovi aggiornamenti che stanno preparando, specificando che resteranno fiduciosi nella speranza che la relativa usabilità possa diventare nel tempo decisamente completa. Di conseguenza i suoi limiti e i suoi vantaggi sono ampiamente superabili in attesa di futuri aggiornamenti del relativo software.

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